Marcatura dei Prodotti: le stampanti industriali a getto d’inchiostro

Moltissimi dei prodotti che si possono trovare sugli scaffali dei negozi e nei supermercati sono stati preventivamente sottoposti a marcatura, un processo che li contrassegna con diverse informazioni presenti sotto forma di codici e testo. La marcatura è praticamente quella fase del processo produttivo che dota il prodotto della sua “carta d’identità”; le informazioni che infatti vengono impresse sull’imballaggio e/o sul suo contenuto sono le più svariate e, oltre a essere obbligatorie per legge, sono utili sia per il produttore che per il consumatore finale.

La marcatura e la codifica dei prodotti sono processi che l’utilizzatore del bene può vedere come “banali”, ma a una più attenta riflessione ci si rende conto che si tratta di operazioni tecnicamente molto complesse.

Si deve infatti tenere conto che la marcatura deve essere fatta su materiali di diverso tipo (carta, cartone, materiali termoplastici, metalli ecc.), di varie forme (scatole quadrate, rettangolari, rotonde, contenitori con forme particolari) e di differenti dimensioni (dalla piccola scatola di un farmaco allo scatolone che contiene un televisore). In alcuni casi poi è necessario marcare o codificare direttamente il prodotto, come per esempio si fa sui tubi flessibili per il gas o su quelli in gomma per l’irrigazione, per non parlare della codifica delle uova (per le quali è necessario ricorrere ai cosiddetti “inchiostri alimentari”).

Si deve poi ricordare che la marcatura deve essere facilmente leggibile, nitida e anche resistente. Il produttore ha inoltre la necessità di marcare i vari prodotti in modo rapido per non creare rallentamenti nella linea di produzione. Occorrono quindi sistemi piuttosto sofisticati in grado di garantire qualità, versatilità ed efficienza. Fra questi, si ricordano le stampanti getto inchiostro industriali (marcatori industriali inkjet) di cui esistono varie tipologie.

La marcatura inkjet: qualità, versatilità ed efficienza

Per la marcatura inkjet, ovvero a getto d’inchiostro esistono specifici marcatori che possiamo suddividere in cinque categorie:

  • a goccia deflessa – piccolo carattere: questi marcatori sono strumenti particolarmente versatili poiché con essi è possibile gestire sia diversi tipi di risoluzione (più o meno elevata) sia vari tipi di inchiostro fra cui quello alimentare necessario quando si deve effettuare una marcatura diretta su un alimento. Queste stampanti sono particolarmente veloci e possono essere usate su ogni tipo di materiale;
  • a bassa risoluzione – grande carattere: questa tipologia viene perlopiù usata per stampare sugli imballi secondari (per esempio il cartone che contiene delle bottiglie di latte) su fine linea;
  • ad alta risoluzione – grande carattere: questi sono impiegati per stampare direttamente sugli imballi secondari, ma vengono utilizzati prevalentemente quando è necessaria un’elevata nitidezza della stampa;
  • thermal inkjet a cartucce: questa soluzione, che sfrutta la tecnologia termica, è particolarmente indicata qualora sia necessaria una stampa particolarmente precisa, rapida e ad altissima risoluzione di codici a barre, data matrix, caratteri truetype ecc. Queste stampanti impiegano inchiostri a base acqua e a base etanolo a rapida essiccazione;
  • marcatori manuali: questi vengono scelti ove sia necessario stampare velocemente sugli imballaggi alcune informazioni come per esempio le date di scadenza, il codice del lotto di produzione, un codice a barre ecc.

Le possibilità, come visto, sono quindi numerose e, in base alle proprie caratteristiche, ognuna di esse può essere quella che si adatta meglio a un determinato aspetto della marcatura, sia per il materiale su cui si va ad applicare sia per la finalità a cui deve puntare.