Burocrazia: cosa serve per aprire un’impresa

Aprire un’impresa partendo da zero, è indubbiamente un passo molto importante che può garantire grandi soddisfazioni sia sul piano lavorativo, personale che economico.

Cominciare non è sempre facile. L’avvio di un’attività richiede idee chiare, un budget solido e cospicuo nonché il superamento di un complesso iter burocratico che potrebbe scoraggiare chiunque.

Si tratta infatti di una serie di adempimenti e di operazioni riguardanti la salute, la sicurezza, le pratiche per l’acquisizione e l’esposizione dell’insegna, l’assunzione di uno o più apprendisti e la ristrutturazione dei locali.

Tuttavia, gli ostacoli burocratici possono essere superati con un’adeguata pianificazione degli eventi, una profonda determinazione, la conoscenza base di tutte le documentazioni e le procedure necessarie.

Requisiti base per aprire un’impresa

Le imprese operano su diversi settori. In base a quello prescelto, l’iter burocratico può richiedere qualche documento o pratica in più da presentare all’ente preposto.

Tuttavia, prima di avviare la procedura è importante possedere tutte le carte in regola per avere successo nella propria attività, le conoscenze e le competenze specifiche nonché le giuste attitudini professionali e personali.

Il titolare dell’impresa dovrà infatti accertare con apposite documentazioni firmate di:

– non aver mai dichiarato il fallimento di una precedente impresa;

– aver compiuto diciotto anni;

– essere cittadino italiano e residente in una delle venti regioni;

– non avere a carico restrizioni di alcun tipo, impedimenti legali o aver riportato condanne detentive oppure penali per il passato.

Naturalmente, anche i locali scelti per l’apertura dell’impresa dovranno rispettare i requisiti di legge vigenti in materia di sicurezza, agibilità, igiene ed urbanistica.

Quali sono gli step burocratici per aprire un’impresa?

Per avviare da zero un’impresa non è necessario ottenere una licenza, ad eccezione dei Monopoli di Stato. Pertanto, per cominciare è obbligatorio:

– iscriversi al Registro delle Imprese presso la Camera di Commercio (si tratta di un organo che racchiude tutte le informazioni fiscali, previdenziali ed amministrative di ogni impresa registrata). Per procedere bisognerà presentare la domanda d’iscrizione accompagnata dai documenti e dagli atti richiesti. La pratica va consegnata allo sportello con un CD o altro supporto su cui sono stati memorizzati tutti i documenti completi di firma digitalizzata. In alternativa, è possibile trasmettere la pratica per via telematica. Naturalmente, l’ufficio preposto dovrà verificare la correttezza di tutta la documentazione prima di procedere con l’iscrizione.

– Aprire la Partita Iva. Entro trenta giorni dall’avvio dell’attività, bisogna inviare una comunicazione all’Agenzia delle Entrate, indicando il tipo di attività, per ottenere un codice univoco di undici cifre (una sorta di codice fiscale dell’impresa). L’apertura è gratuita, ma i costi di mantenimento possono con il tempo diventare anche importanti.

– Aprire le posizioni INAIL e INPS, obbligatorie per tutte le imprese (sia quelle medio grandi che le ditte individuali). La prima ha il compito di tutelare i lavoratori dipendenti contro i danni economici e fisici dovuti da incidenti sul lavoro. Il secondo ente, invece, regola tutti gli adempimenti amministrativi e previdenziali di artigiani e commercianti.

– Denunciare l’inizio dell’attività al Comune di appartenenza entro trenta giorni, mediante comunicazione certificata.

– Comunicare l’avvio dell’attività ai vari enti mediante la Comunicazione Unica alla Camera di Commercio, in modalità telematica o con posta elettronica certificata (o altrimenti nota come PEC).

– Richiedere l’apposita autorizzazione al Comune per esporre l’insegna dell’impresa fuori dal locale. Solitamente ha validità di tre anni a partire dalla data di rilascio e va rinnovata presentando la specifica richiesta.

In sostanza, bisogna consegnare un bozzetto in scala del manufatto e del messaggio pubblicitario, la planimetria territoriale, la planimetria del dettaglio, la documentazione fotografica dove viene collocata l’insegna, gli estremi catastali, l’autorizzazione rilasciata dalla Soprintendenza competente.

Il modulo va comunque presentato completo di valori bollati agli sportelli dell’Ufficio per le Relazioni con il Pubblico in orari di apertura, oppure inviato mezzo PEC allegando documento d’identità o per posta raccomandata A/R. La risposta si avrà entro sessanta giorni dalla presentazione della domanda.

I costi da sostenere per avviare un’impresa

Non è semplice stabilire con esattezza i costi necessari per avviare un’attività, in quanto dipendono sostanzialmente dal tipo di impresa che si intende aprire.

Per fronteggiare le sole spese burocratiche potrebbero volerci fino alle 1500,00 euro. Inoltre, bisognerebbe conteggiare la parcella del ragioniere per la consulenza ed il disbrigo delle varie pratiche, l’eventuale acquisto di strumenti o di materiali per l’attività, le utenze, i costi di pubblicità sia cartacea che digitale, nonché le spese di gestione iniziali.

Bisogna ricordare comunque che alcune regioni potrebbero adottare un iter burocratico differente in presenza di normative aggiuntive con altrettanti requisiti specifici. Per questo motivo, è sempre bene rivolgersi al proprio commercialista di fiducia nonché informarsi negli sportelli della provincia o della regione di appartenenza per avere maggiori e dettagliate delucidazioni.